Mother Tongue trasmette il senso di sradicamento che proviamo quando ritorniamo alle nostre origini, un ricongiungimento in cui arriviamo a sentire “la nostra terra” come qualcosa di estraneo e irriconoscibile. È la conseguenza della decisione che la nostra memoria prende, quando decide di accettare o rifiutare questo fatto. Potrebbe lasciarla alle spalle essere una soluzione per renderci resilienti in un ambiente – ora – sconosciuto? Mother Tongue è un viaggio vitale che invoca il cambiamento. Questa necessità, reinterpretata come sopravvivenza, ci spinge a disconnetterci dalle nostre esperienze perché non saremo più in grado di reincorporarle nel ritorno alle nostre origini. Mettiamo in discussione l’essenza e la permanenza. L’esperienza ha esercitato un effetto modellante dando origine a un nuovo sé multisfaccettato, migliorato dalla sua capacità di cambiamento, adattamento e incontro tra l’individualità (sé) e il collettivo (l’altro).
Siamo alberi che condividono la stessa radice ma hanno prodotto frutti diversi.
Eduardo Vallejo Pinto disintegra e integra la sua esperienza personale in Mother Tongue Originario di Mieres (Asturie), lascia la sua terra natale e inizia la sua carriera come ballerino e successivamente come coreografo, con un costante cambiamento geografico, che influenza la modifica del suo movimento, di cui è consapevole e tiene traccia per accompagnare e completare la sua ricerca. Il movimento come impronta digitale nel corso degli anni culmina in Mother Tongue.
Utilizzo di macchina del fumo.
Evento accessibile con sedia a ruote.