Una carambola esistenziale nei frame di quattro personaggi, alla ricerca di senso in questo tempo oscuro. Un operaio si sveglia da una sbronza posseduto da Carmelo Bene. Una specie di santone del futuro, ispirato dal Belzebù di Gurdijeff, racconta l’origine del degrado dell’anima e ricorda all’umanità antichi insegnamenti dimenticati. Un uomo qualunque balla spensieratamente per poi trasformarsi in un malvagio personaggio che si interroga su nichilismo e horror vacui. A scatti interviene la musica a liberare l’attore, la scena e il pubblico da un groviglio di parole. Cercando di stimolare se stesso e le persone intorno, Ettore Giuradei, torna alla domanda delle domande: perché siamo al mondo?